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La Maserati venne fondata a Bologna nel 1914 da Alfieri Maserati come officina di riparazione automobili. Successivamente,
nel 1926, i fratelli Maserati rilevarono la Diatto, piccola industria di autovetture da corsa di Torino.
Forti della loro esperienza meccanica e con il materiale a loro disposizione costruirono nello stesso anno la prima
automobile chiamata “Tipo 26”.
Da allora, nel corso della sua lunga storia, la Maserati ha conservato gli automezzi più significativi prodotti oltre ai
prototipi sperimentali, creando così nel corso dei decenni una collezione di automobili, di motori e di componenti unica
al mondo in grado di illustrare l’evoluzione storica, tecnica e stilistica dell’Azienda.
La volontà di conservare sistematicamente gli automezzi, quali testimonianza di un processo industriale che si è sviluppato
nel corso del tempo, ha reso in questo modo possibile la raccolta organica e distribuita nel tempo di tutta la produzione
Maserati capace di tramandare in questo modo il valore della storia della Maserati.
Nel 1965 la famiglia Orsi, proprietaria dell’Azienda, decise di esporre al pubblico, e secondo un criterio di raccolta
museale, la Collezione di autovetture allestendola in uno spazio esclusivo all’interno dello stabilimento modenese di
Viale Ciro Menotti.
Dal 27 ottobre del 1965, giorno dell’inaugurazione ufficiale del Museo alla presenza del campione del Mondo J. M. Fangio
e dei più importanti giornalisti italiani, il Museo Maserati è stato visitato da decine di migliaia di persone, provenienti
da tutto il Mondo.
Da quell’anno in poi la Collezione del Museo è stata via via migliorata, grazie al restauro di alcune automobili già
presenti nella Collezione, e ulteriormente arricchita di nuovi esemplari tra cui la famosa Maserati 6 CM del 1936, degna
rappresentante della storia Maserati anteguerra.
Nel mese di Maggio del 1993 la F.I.A.T. acquistò la Maserati dal Gruppo De Tomaso attraverso l’acquisizione del 100% del
pacchetto azionario della Maserati S.p.a. mentre la Collezione, pur rimanendo esposta all’interno dell’Azienda, rimase di
proprietà della preesistente ed originaria Società Officine Alfieri Maserati S.p.a., in seguito trasformata in O.A.M. s.r.l.
Nel mese di Dicembre 1994, in occasione dell’ottantesimo anniversario della fondazione della Casa automobilistica, venne
allestita una mostra storica al Motor Show di Bologna e venne inaugurata, a Modena, la nuova sede museale allestita nell’edificio
direzionale dello stabilimento, con pannelli storici, motori e alcune automobili esposte cronologicamente in modo da offrire
a tutti i visitatori la possibilità di entrare in contatto con un pezzo della storia automobilistica modenese e italiana.
Nel mese di luglio 1996, l’Ingegnere De Tomaso richiese legittimamente la restituzione delle automobili e dei motori della
Collezione del Museo. La Maserati accettò la richiesta, ma acquistò parte della Collezione composta di 15 motori, che quindi
rimasero esposti all’interno dell’Azienda modenese, mentre la Collezione delle 19 automobili, su indicazione di De Tomaso,
partì
per l’Inghilterra per essere venduta all’asta a Londra.
Vendita organizzata dalla casa d’aste Brooks e prevista per il 2 dicembre 1996.
La notizia della vendita delle automobili, che avrebbe causato la totale dispersione di un patrimonio storico fondamentale
per la città di Modena, mise in allerta gli appassionati e le autorità e il 18 ottobre 1996 venne lanciato l’allarme.
Il Ministro dei Beni Culturali, nella figura del ministro Walter Veltroni, il Sindaco di Modena,Giuliano Barbolini e le
associazioni locali si attivarono immediatamente per trovare una soluzione che permettesse il recupero di questo patrimonio
storico e culturale che la città di Modena rischiava di perdere per sempre.
Il problema venne esposto alla famiglia Panini e Umberto Panini si attivò immediatamente per scongiurare la dispersione delle
automobili storiche Maserati. Grazie quindi all’intervento della famiglia Panini, poco prima della fatidica data, la casa d’aste
Brooks annunciava che la Collezione Maserati veniva ritirata dall’asta per tornare nella città di origine, ospitata nei locali
di proprietà della famiglia Panini.
Il Museo Maserati oggi:
Da allora la Collezione delle 19 autovetture storiche Maserati è fruibile presso il Museo denominato CUP (Collezione Umberto
Panini).
LA MASERATI DI NUVOLARI
Nel 1933 Tazio Nuvolari dopo avere infilato una serie di magnifiche affermazioni
(G.P. di Tunisi, Mille Miglia, Circuito di Alessandria, Eifelrennen, G.P. di Nîmes e 24 Ore di Le Mans
in coppia con Raymond Sommer), “divorzia” clamorosamente dalla Scuderia Ferrari. È convinto che mettendosi
«in proprio» disporrà di vetture migliori e guadagnerà di più. Con la sua 6C 34 vincerà i Gran Premi di
Modena e Napoli. La 6C 34 era dotata di un motore a sei cilindri in linea che era più potente di 30 CV,
e meno pesante di 13 kg, rispetto all’otto cilindri installato sulla 8CM.
L'ELEGANZA NELLE CORSE
Per competere nel Campionato Mondiale Sport Prototipi fu sviluppata la A6GCS/53 il cui motore sviluppava 170bhp
di potenza. Era una spyder progettata da Gioacchino Colombo e costruita da Medardo Fantuzzi e Celestino Fiandri.
La A6 GCS conquistò importanti vittorie come nel Gran Premio d’Italia nel 1953 e 1954. Furono realizzate quattro
Berlinette da Pininfarina su un ordine del commerciante romano Guglielmo Dei che acquistò i telai dalla Maserati.
INIZIA L'ERA DELLE "GT" SPORTIVE
Erede della A6G 2000, era un modello non particolarmente potente, e da ciò conseguì la limitata produzione.
Il motore, un sei cilindri in linea con corsa corta, derivava limitatamente da quello montato sulla A6 GCS e
da quello della A6 GCM. Permetteva comunque al modello di raggiungere i 210 km/h, velocità ragguardevole per
l’epoca, grazie anche al lungo rapporto finale di trasmissione
LA VERA "GT" ITALIANA
La testimonianza della trasformazione da fabbrica di automobili da corsa a fabbrica di automobili di serie
fu la 3500 GT, immessa sul mercato del ’57. Direttamente nata dalle esperienze delle sei cilindri da competizione,
il motore non era altro che la versione stradale del 350S, la 3500 GT si rivelò garante del futuro Maserati
contribuendo, con rilevante successo di vendita, alla rapida ripresa economica dell’azienda. La carrozzeria
era prodotta dalla Touring di Milano, sempre fedele al motto: “il peso è il nemico; la resistenza dell’aria
l’ostacolo”.
LA MACCHINA DI FANGIO INVIDIATA DA TUTTI I PILOTI
Sette stagioni di F.1, un titolo mondiale Piloti (nel '57, con Fangio), molti G.P. da protagonista e il merito di far esordire
la prima donna in un G.P.: Maria Teresa De Filippis, nel 1958. La "250F" ("250" sta per 2500 cm³ e "F" per Formula) nasce sulla
base della "A6 GCM" del '53, della quale si utilizza il motore a sei cilindri in linea: è tutto in alluminio, a sette supporti
di banco, con distribuzione bialbero e doppia accensione. All'inizio eroga 240 CV a 7400 giri, ma arriverà a oltre 270 CV a
8000 giri con il V12. Questo è il prototipo con cui Fangio tentò invano la qualificazione a Monaco nel ’57 che fallì a causa
dell’eccessiva potenza del motore.
LA MACCHINA DA GELATI PER "MONZANAPOLIS"
Costruita espressamente per la 500 Miglia di Monza del ’58, nella quale il grande Stirling Moss lottò per le prime posizioni.
L’Eldorado disponeva di un telaio ispirato alla 250F della serie alleggerita, di sospensioni anteriori derivate dalla 450S,
di un ponte posteriore tipo De Dion e il motore derivava dal 4500 cc cilindrata ridotta a 4200. L’Eldorado introdusse in Europa
la sponsorizzazione totale di una vettura da corsa da parte di un’azienda esterna al mondo dell’automobile.
INIZIA L'ERA DEI "VENTI"
Nell’ambito delle granturismo berlinette la Mistral, presentata al Salone di Torino del ’63, e nel ’64 nella versione spyder,
rappresentava un ottimo connubio tra una meccanica collaudatissima e una forma inedita e piacevole, caratterizzata nella parte
frontale dalla presa d’aria per il radiatore al di sotto del paraurti per la prima volta su una vettura di produzione.
GIUGIARO FIRMA LA SUA PRIMA MASERATI
Dopo le imponenti berline la Maserati ritorna allo sfruttamento del filone sportivo con la Ghibli. Grazie al motore 4700 cc a
carter secco e al telaio tubolare, Giorgetto Giugiaro disegna per la Ghia questo stupendo coupé (ricavandone anche una magnifica
versione spider di soli 125 esemplari) dall’aspetto aggressivo e filante, ma non troppo vistoso, che fu uno dei cardini del suo
successo.
UNA GABBIA PER CORRERE A LE MANS
Riconosciuta da tutti come la migliore interpretazione di vettura sport, la “birdcage” venne studiata nel ’59 prima nella versione
Tipo 60 (2000 cc) e poi nella versione Tipo 61 con in comune il concetto di leggerezza e grande rigidità rappresentato dalla
singolare costruzione del telaio, composto da oltre 200 piccoli segmenti di tubo, del diametro di 10, 12 e 15 mm che formavano
un reticolo del peso di soli 36 kg.
LA MASSIMA EVOLUZIONE MASERATI PER LE VETTURE SPORT BIPOSTO
La naturale evoluzione tecnica della Tipo 61 nacque con la 63. Questa nuova sport a motore posteriore venne provata nel Dicembre del
1960; il telaio era essenzialmente quello della 61, ma con la sospensione posteriore a ruote indipendenti e due serbatoi laterali per
la benzina. All’inizio si decise per il collaudato 4 cilindri di 2890 cc, ma nel aprile del ’61 l’ing. Alfieri equipaggiò la 63 con
il V 12 originariamente studiato per la 250F per la partecipazione alla 24 Ore di Le Mans.
L'ULTIMO VERO "VENTO" NELLA CASA DEL TRIDENTE
Disegnata dalla Italdesign di Giorgetto Giugiaro e prodotta dal ’71 al ’79, la Bora è stata la prima granturismo Maserati con motore
posteriore centrale. Con questo modello la casa dimostrò che era possibile costruire granturismo ad alte prestazioni e grande comfort,
come è sempre stato nella tradizione Maserati, pur sistemando il motore posteriormente.
LA PRIMA STELLA MASERATI
Quando nel 1968 la Citroën assunse il controllo della Maserati, l'ingegner Alfieri studiò una coupé due posti a motore V8 in posizione
centrale, secondo la tendenza dell'epoca dettata da sportive come la Lamborghini Countach e le Ferrari boxer. Nacque così la Maserati
Bora. Parallelamente si decise di mettere in produzione anche una vettura più piccola per affrontare la concorrenza della Ferrari
Dino GT4 e della Lamborghini Urraco. Questo progetto diede alla luce Merak. Disegnata da Giugiaro derivava direttamente dalla Bora
ma il suo tetto terminava improvvisamente con un lunotto verticale ed un cofano posteriore completamente piatto; Giugiaro però
riuscì abilmente a collegare il tetto con due pinne ad arco richiamando la coda della Bora.
Nasce nel febbraio del 1930 a Pozza di Maranello (MO), penultimo di otto fratelli. Dopo l'avviamento
professionale, lavora come fabbro, saldatore e meccanico presso varie officine di Modena tra le quali
la Stanguellini e la Maserati Moto. Umberto nel 1957 a 27 anni s’imbarco per il Venezuela in cerca di
fortuna. A Caracas e dintorni maturò come tecnico e come “Hombre”, imparando a far da sé sempre e
comunque visto che nessuno regala niente. Viene raggiunto nel 1959 dalla moglie Tina Bertacchini,
sposata per procura, dalla quale avrà i figli Manuela, Marco, Giovanni e Matteo. Nel 1964 rientra
in Italia per affiancare i fratelli nell'attività delle Edizioni Panini, casa editrice specializzata
nella produzione di figurine dove progetta e realizza la celebre "Fifimatic" per l'imbustamento.
Tornato a Modena si buttò nell’avventura imprenditoriale delle figurine con i fratelli Giuseppe,
Franco e Benito e nel 1972 comprò la finca dei suoi sogni: 30 vacche e 30 ettari battezzandola con
il suo soprannome venezuelano Hombre. Panini, ammalato di emilianità e modenesità quasi quanto il
compianto fratello Giuseppe re delle figurine e della pallavolo, è convinto, e ha ragione, che il
Parmigiano sia il migliore formaggio del mondo. Voleva riuscire a produrlo secondo natura, come lo
si fa da sette secoli, ma utilizzando la tecnologia più avanzata.
Avevo in testa da tempo – dice Umberto – il progetto di un’azienda agroalimentare a ciclo chiuso, del
tutto indipendente da fattori esterni, dove tutto nasce e si sviluppa dentro. Questo punto è essenziale:
solo così si può realizzare un prodotto biologico totalmente sicuro, perché la buona riuscita del formaggio
dipende al 100% dall’alimentazione delle mucche. Sarà una mia impressione, ma grazie a questo ciclo biologico
chiuso le bestie sembrano vivere più rilassate.
È difficile udirle muggire. Un dato certo è il risultato finale: gli ispettori del Consorzio del Parmigiano-Reggiano
ci autorizzano regolarmente la marchiatura del cento per cento delle forme. Oggi L’azienda Hombre produce 6.000 kg
di latte al giorno per 12 forme al giorno con 15 dipendenti che si occupano della coltivazione dei terreni (310
ettari di cui 200 in un corpo unico), dell’allevamento del bestiame da latte, della mungitura, della trasformazione
del latte nel caseificio aziendale e della stagionatura delle forme per 24 mesi nel magazzino aziendale.
Per ottenere una forma occorrono 500 litri di latte super selezionato.
La Collezione Umberto Panini è situata all’interno della azienda agroalimentare Hombre della Famiglia Panini
appena fuori la periferia di Modena, tra le località di Baggiovara e Cognento.
La collezione è visitabile esclusivamente tramite richiesta da inviare via mail o telefonata.
ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO:
Dal lunedì al venerdì 9:00/13:00 e 15:00/18:00
Sabato 9:00/13:00
Domenica chiuso.
VENERDÌ 1 NOVEMBRE, CHIUSURA PER FESTIVITÀ
AMPIO PARCHEGGIO
PICCOLO NEGOZIO INTERNO
VISITE LIBERE INDIVIDUALI FINO A 8 PERSONE
Prenotazione obbligatoria a mezzo mail o telefono, accesso alla Collezione libero con donazione non obbligatoria e nessun tipo di accompagnamento
VISITE GUIDATE A PAGAMENTO PER GRUPPI A PARTIRE DA 9 PERSONE
Licenziatario esclusivo per le visite guidate è il Tour Operator ModenaTur.
Ogni richiesta di visita va inviata a mezzo mail all'indirizzo: info@modenatur.it
o in alternativa via telefono al numero: +39 059 220022